sabato 1 novembre 2008

momentaneamente...

O.T. sulla terribile congiuntura dell’imprenditoria.
possono suonare i violini, cantare in aramaico.. gettare petali di rose dagli elicotteri ma per me ci sono FATTI incontrovertibili.
come in matematica, invertendo l’ordine dei fattori il prodotto non cambia.
SALONE NAUTICO di Genova: il mercato degli yaght e dei mega yaght, delle NAVI DA DIPORTO non sente crisi. Qualcosa vorrà pur dire.
e poi poco fa: intervista ad imprenditore PADANO.
Lui descrive, trullare,il successo della sua azienda di gommoni, questi gommoni vanno via come le caramelle! evviva cosa ho fatto? HO TRAFERITO LA FABBRICA IN TUNISIA dove ci troviamo tanto bene, diamo tanto lavoro ai tunisini ai quali spieghiamo che NON LI VEDIAMO SOLO come forza lavoro MAANCHE come ESSERI UMANI !!!
domanda: perchè non lasci la tua FABBRICHETTA IN ITALIA STRONZO CHE NON SEI ALTRO?
sono decenni che i "poveri imprenditori fanno sempre lo stesso gioco: esportano posti di lavoro, importano soldi pubblici, esportano profitti. E non ricomincino con la pippa sul costo del lavoro perchè rischiano il linciaggio cara MarceGallia(quando qualcuno si accorgerà davvero di tutto questo) Non ho bisogno di una laurea alla Bocconi per capire le cose. Credo sia più formativo lo studio della filosofia….

3 commenti:

carla ha detto...

Bello l'articolo Camilla, perchè di articolo si tratta.
Io la emma (la chiamo così avendo occasione di parlare col PADRE) la chiamo MERCEgaglia.
Per quanto riguarda i profitti in entrata e il lavoro in uscita dei nostri massimi impreditori non servono lauree di nessun tipo, anzi secondo me, senza offesa per i laureati, più si sta dabasso e più se ne capisce. alla prossima camilla :-)
sempre in gamba e non ti preoccupare dell'attenzione che cala, a me il medico che esegue le visite aziendali di routine ha detto che anche se gli occhi si chiudono per l'alzataccia e i km. per fortuna in ufficio non vado a sbattere contro il guard rail, importante è essere svegli quando si guida.

meoceo ha detto...

cara Camilla, ti pongo all'attenzione un mio post sul mio blog che trattava di
lavoro e di esternalizzazione.

lo scrivessi ora, cambierei soltanto alcune sfumature, ma il concetto sull'andare a produrre all'estero di base dovrebbe teoricamente essere quello descritto. Talvolta la produzione all'estero si rivolta come un boomerang, perché si creano dei costi(inefficienze, scarti, ecc.) inaspettabili. E quindi spesso cercare di risparmiare sull'ora lavoro non porta ad aumenti di profitto.

Nel merito sono grosso modo d'accordo con te.

carla ha detto...

Camilla scusa, ma il poco tempo disponibile e la nuova veste grafica del tuo blog mi rendono + imbranata del solito!
Che ne pensi di Bruna, vivace la ragazza ehh?