lunedì 30 giugno 2008

andate al sondaggio sulla mailing list...

http://it.groups.yahoo.com/group/camillareply

a parte questa comunicazione di servizio... che dire!

a quest'ora, in fretta, come posso riversare qui tutto ciò che vorrei?
La politica, antica passione, ha le armi spuntate, dappertutto.

Il problema è sempre l'uomo, con i suoi "veleni" come direbbero in oriente...
in effetti ogni progetto, ogni ideale viene prima o poi contaminato, sporcato.. trasfigurato.
Fino a diventare altro da se.
In fondo è logico e se dovessi dire ancora una volta che "sono di sinistra" sarei a disagio.
Poco mi lega, dopo tanti anni, a quel pezzettino del mio cuore.
Se ne è andato, non c'è più.
Non torno però sui miei passi, a dubitare (a passo di granchio)
di stare dall'altra parte.. no, proprio no!
Sono oltre, ma non so ancora dove sono.
Forse tutto questo affanno a difendere l'astratto, ciò che non è reale, è stato un dispendio di energie.
Eppure questo sentimento tutto è fuorchè qualunquismo, qualcosa di più simile al cinismo, alla spietata consapevolezza.

Immediatezza, collera, avidità.. disperazione.
Questi sono i cavalieri neri coi quali ci dobbiamo confrontare...

domenica 29 giugno 2008

mailing list di supporto

per comunicare ancora meglio ho creato una mailing list.
Una specie di ausilio al blog... dove risponderò alle vostre domande

si possono già inviare liberamente messaggi da adesso!
(o procedere
all'iscrizione)
andando su Yahoo e digitando:

http://it.groups.yahoo.com/group/camillareply





sabato 28 giugno 2008

notte al vapore

(farà così caldo ancora per poco, poi altri temporali)

Non mi piace quesa fibrillazione di tutte le cose
tutto viene bruciato sempre più rapidamente.
Da tempo mi chiedo se sia un problema mio, una modalità percettiva distorta
o se invece si tratti di un "bug" mentale.
Se è lui si da un gran da fare.

Ho trovato casualmente il blog di una persona che ha incrociato la mia vita per breve
ma intenso periodo, eravamo molto impegnati a proclamare la nostra "diversità" e
a "prendere le distanze" da chi stava "sbagliando"

Ho trovano commenti di "vecchie glorie" e mi sono sentita a disagio, quel passato comune che ci ha divisi fino allo scempio un tempo era stato il momento dell'idem sentire.

Così, percepiti loro come il "passato" sono certa che loro sentirebbero me allo stesso identico modo.
La scrittura (la mia, la loro) tradisce però ciò che resta comune a tutti noi.. ex del dissenso:
non abbiamo più quella bussola.

venerdì 27 giugno 2008

oltre l'omega

Così l'Essere, che dalla perennità immobile dell'eternità, in cui si dava in sé senza saper di se stesso e che, nel distanziarsi da sé, aveva impresso a se stesso il movimento perenne della tensione conoscitiva puramente entropica, ma che, proprio nell'atto del suo conoscersi, aveva dovuto nel contempo frenare tale movimento nella dimensione temporale, spaziale e materiale, opponendosi nega- entropicamente alla velocitazione della stessa tensione conoscitiva, entra infine nell'infinito, recuperando il suo perenne movimento, fuori dal tempo, dallo spazio e dalla materia.
Infatti il tempo, lo spazio e la materia hanno la loro simultanea epifania con l'epifania dell'universo, essendo l'universo stesso tempo, spazio, materia.
Cos'è il tempo?
il secondo stato dell'esserci è quello della conoscenza di sè
Il tempo è inerente alla trasformazione dell'Essere quale passaggio da uno stato del suo esserci ad un altro stato del suo esserci, fermo restando un terzo stato in cui l'Essere stesso resta presente alla sua trasformazione, memorizzando la conoscenza dei due stati precedenti in successione.
Il primo stato dell'esserci è quello della non conoscenza di sé dell'Essere che si da in se stesso quale potenziale oggetto conoscente che non sa di sè perchè non si vede;
il secondo stato dell'esserci è quello della conoscenza di sè dell'Essere nel conosciuto di se stesso, con il quale esso si confonde non avendo ancora un punto di vista dal quale vedere e memorizzare quello precedente; il terzo stato dell'esserci è quello dell'autocoscienza dell'Essere quale soggetto conoscente che sa di sè come tale, conservando memoria del suo stato precedente, quello del conosciuto.
E' qui che l'Essere, nel sapere di sè come soggetto conoscente e oggetto conosciuto, sa anche di se come passaggio tra i due stati del suo esserci, e quindi sa di se come tempo.
Cos'è lo spazio?
Anche lo spazio è inerente alla trasformazione dell'Essere in quanto la spazializzazione è necessariamente simultanea alla temporalizzazione.

Lo spazio infatti è la distanza, pur infinitesimale, che necessariamente si da tra i due stati di conoscenza dell'esserci dell'Essere: il soggetto conoscente e l'oggetto conosciuto;
stati che, essendo diversi quanto proprio alla loro essenza, l'una dinamica l'altra statica, non possono pù coincidere e devono pertanto restare separati, anche se contigui.
E' qui che l'Essere, nel sapere della separazione tra i due stati del suo esserci, sa di se come spazio.
Cos'è la materia?

Anche la materia è inerente alla trasformazione dell'Essere quale passaggio da uno stato all'altro del suo esserci.
Essa infatti è il conosciuto, in cui la stessa tensione conoscitiva viene fermata nella conoscenza di se stessa dalla memoria che il conoscente, fattosi autocosciente, conserva del suo stato precedente, quello appunto del conosciuto, posto però fuori dal sistema dinamico del pensare, che è quello del Soggetto Primo che continua a procedere nella conoscenza di se in se stesso, recuperando via via a se il suo conosciuto interiore di cui pertanto non conserva memoria.
Motivo questo per cui nella dinamica del Soggetto Primo, che è poi quello dell'ideare, non c'è storia, in quanto non c'è nè tempo ne spazio nè materia.
Perciò la prima materia del mondo, quale tensione conoscitiva fermata nella conoscenza di se stessa,che separa stabilmente in essa un conoscente da un conosciuto, non è il primo conosciuto di se del Soggetto Primo e che il soggetto stesso recupera a se nella conoscenza di se stesso, bensì l'oggettivazione di questa prima dinamica dell'unità riflessiva, quale primo singolo ciclo d'onda dell'onda continua del pensiero, partita dal primo conoscersi dell'Essere, il quale, dal suo passare dauno stato all'altro del suo esserci (il suo darsi nella non conoscenza di se, il suo distanziarsi da se per vedersi nel conosciuto di se stesso e il suo tornare a darsi nella conoscenza di se quale conoscente e conosciuto a un tempo), ha impresso a se stesso il movimento ondulatorio della dinamica riflessiva infinita.
Sicchè il primo ciclo d'onda della tensione conoscitiva che, riflettendo su di se, fa di se stessa la prima materia del mondo, porta già in se i primi tre stati dell'esserci dell'Essere, che l'Essere conteneva ancora in se prima di manifestarsi nel suo esserci fuori di sè; ovvero prima che questa sua prima unità riflessiva riflettesse di nuovo su di sè.
Ed è infatti nel momento in cui questa prima unità riflessiva riflette su di se, che essa emerge come primo quanto di energia: il fotone luminoso, da quel tempo fuori dal tempo della prima insondabile era del nostro universo.
E' qui che l'Essere che sa di sè come materia.
Quindi, essendo la prima materia: il fotone, l'oggettivazione della prima triade dialettica della dinamica della riflessione, in cui si da il conosciuto, il conoscente e l'autocoscienza, avviene che l'incontro-scontro dei fotoni a due a due, ovvero il loro reciproco riflettersi quale momenti della dinamica riflessiva, da nascita alle due prime particelle: materia e antimateria, tra loro speculari come lo sono un conosciuto e un conoscente, ognuna delle quali porta, se pur virtualmente, in se l'originaria triade dialettica. E queste particelle, quali oggettivazioni del singolo ciclo d'onda dell'onda riflessiva del pensiero, nel riflettere a loro volta su se stesse, separando così ciascuna in se un conoscente e un conosciuto, danno luogo ciascuna ad altre due particelle e le quattro particelle così risultanti, si stabilizzano, nell'ordine crescente della riflessione, nel conosciuto, nel conoscente, nell'autocoscienza (i quali oggettivandosi, insieme costituiscono i tre quark del tripletto del protone) e nella coscienza dell'autocoscienza (che oggettivandosi, costituisce l'elettrone), il primo soggetto riflessivo, il quale, proprio nel riflettere e nel memorizzare il movimento a tre della dinamica riflessiva del pensiero, ferma la dinamica conoscitiva stessa, già oggettivata nel protone, e da nascita così alla prima unità autoriflessiva: l'atomo, che è il mattone strutturante la forma di tutti i sistemi conoscitivi che strutturano a loro volta l'intero edificio dell'universo.
In questo edificio, a completare la sua strutturazione, l'uomo infine compare quale sistema conoscitivo al più alto livello di organizzazione, che, omologamente all'atomo, è il mattone che compone l'edificio del discorso umano.
E ciò perchè l'uomo, grazie al soggetto riflessivo individuale, omologo appunto al soggetto riflessivo elementare oggettivato nell'elettrone, riflette e memorizza la visione unitaria di tutto l'esserci dell'Essere, ugualmente, ferma la dinamica conoscitiva nei tanti conosciuti (tanti quanti sono i soggetti riflessi individuali), i quali hanno via via, di sistema in sistema, portato a termine l'edificio dell'universo del pensiero.
......
...

S.Montefoschi, M. Marasco, oltre l'Omega, Ed. Zephyro, Milano 2006, pagg. 105 e succ.

tentazione

la tentazione di di trascrivere qui cinque pagine di S. Montefoschi è forte ma la densità dei contenuti è tale da scoraggiare una persona comune come me.
Credo di aver intuito il senso di quelle magmatiche pagine ma ho dovuto leggerle lentamente come ai tempi della scuola.

Sto rileggendo anche Madame Bovary per rifarmi il "palato".
Ho rintracciato in libreria anche E. Dickinson e A. Nin e altro ancora...
e nell'avidità di sapere, rileggere, scommettere ancora su nuovi contenuti una cosa ho capito, molto più banale: troppe sollecitazioni e, se fossi computer: la fetta di memoria disponibile pare sottile.

Dunque ho messo troppa carne al fuoco: il premio letterario per la scadenza del quale non sarò pronta, terminare la lettura della Montefoschi per poterne ragionare con Grazia.. e i racconti brevi?
non si concluderà proprio nulla per "mente fuggitiva" e troppo suggestionabile.
Salto da blog in blog come un'ape cibernetica.

giovedì 26 giugno 2008

le abusate parole

a Giulio

(che mi accusa di non avere fantasia)
ma io non sono pagata per dire le mie ovvietà.

Un esempio? i media e i giornali.
Ecco un breve, davvero breve saggio
della "fantasia" di giornalisti famosi e pagati!!!

.................................................................................


"killer":
automobilista killer... influenza killer (ogni anno)... valanga ...
giostra e persino LEONE killer!!

"mattanza":
prevalentemente usato per la cronaca nera, mafiosa e... "scanna tu che scanno io"
"la mattanza ha avuto luogo...."

"record", per il caldo come per il freddo e il prezzo del petrolio.


"martoriata".. dalla regione/città dopo catastrofe
o anche per corpi torturati prima di essere assassinati.

"tunnel":
della droga, ora anche della depressione e mi pare dell'usura o forse è la "spirale" anch'essa della droga ma non della depressione.

"scendere in campo".. imprenditori e poi L'Impresa...
imprenditori di se stessi...

"metter mano" alla pubblica amministrazione... mettere le mani nelle tasche degli italiani...
"mettersi in gioco.. personalmente" (?)

" .. un altro episodio di malasanità..."


"essere nel mirino" (questo è un jolly):
degli inquirenti, delle cosche... "era da tempo nel mirino"

"sistema Italia" ...

"per gioco":
partecipare a miss Italia per gioco, scrivere se non si sa scrivere...per gioco.. condurre una trasmissione se sei raccomandata... per gioco..
Cioè tutti quelli (per lo più donne) che si cimentano in qualcosa a loro totalmente estraneo, come le casalinghe spogliarelliste.

"carretta del mare"...

"Esodo":
per tutti i tipi di festività, ponti, ferie estive e natalizie...

"Emergenza":
dall'emergenza rifiuti a quella idrica... all'assalto al pienone ospedaliero per influenza..
e poi emergenza ROM. Prima era emergenza rumeni.. . emergenza sicurezza..

"allerta" .. per lo smog come per il caldo o il freddo o le bom be...

domani proseguo...

mercoledì 25 giugno 2008

più infamia che lode, oggi.

(oggi .. non ho avuto tempo per fare
nient'altro che ciò che NON mi piace)

Poco fa
grevi arrembaggi
da un maschio
tronfio d'attributi:
pochi argomenti.

Triste saponosa scivolata
dell' "uomo Tecnico",
massonico compasso
che misura il mondo
e non misura un angolo di rispetto

neppure un grammo
di sensibilità.
............................................................................................................


Giornata di merda. :-))
E allora vi somministro una "palpitante" poesia di Silvia Plath:

TAGLIO

Che brivido___
il pollice invece della cipolla.
La cima via di netto
eccetto che per un piccolo

sportello
di pelle, un
cappelluccio
smorto.
Poi quel velluto rosso.

Piccolo pellegrino,
l’indiano ti ha scalpato.
Il tuo bargiglio di tacchino
è un tappeto


srotolato dal cuore,
su cui muovo
tenendo stretta la mia bottiglia
di spumante rosa.

Una celebrazione, ecco cos’è.
Da una breccia di corsa
escono un milione di soldati
in giubba rossa.

Da che parte staranno?
Omuncolo mio,
mi sento male.
Ho preso una pillolina
per uccidere questa
sensazione di carta velina.
Sabotatore, kami kaze_____

La chiazza sul tuo cappuccio
di garza
babushka ku klux klan
scurisce e perde lustro e quando
il cuore della tua biglia
in poltiglia
incontra la sua minuscola
macina di silenzio

come sobbalzi_____
veterano trapanato,
ragazza sozza, dito mozzo.

(Silvia Plath per Susan O’Neill Roe)

martedì 24 giugno 2008

la pista del cuore e comunicazione-big bang

(quando ho sottotitolato il blog con la dicitura "la pista del cuore" ho sopravvalutato l'intuito di alcuni)

Ho potuto verificare che questo piccolo blog è stato molto visitato
anche se nessuno ha avuto il coraggio di dire QUI ciò che ha declamato sotto "ali protettive"
ben più ampie altrove, dove sono più facili i consensi.
;-)

Dunque l'abusato termine cuOre mi ha indotta all'ironia, tant'è che pista del cuore
è un beffardo riferimento alla classica posta del cuore se per caso non si fosse capito.

E pensare che gran parte degli spavaldi detrattori di codeste rubriche ne sono a volte..
distratti frequentatori, di certo non assidui, cercano consigli, in cerca di una bussola nuova, quando sono
"alla canna del gas" se posso usare un'iperbole un po' ardita.

Mentre l'incolta commessa è autentica nella sua semplicità, il laureato giramondo quando ci arriva.. allo schianto "cardiaco" di un tradimento o di un abbandono perde la bussola forse più della ragazza.
Questo accade perchè lui crede di avere granitiche certezze nelle pieghe (o nelle piaghe) della sua "Ratio" che da sola diventa una gabbia dolorosa.
Spesso lui è una specie di relitto che finge di dominare le emozioni anche se ha lasciato mamma
e si è emancipato da tempo.
Ho un' esperienza quasi "professionale" di malati d'amore e non chiedetemi perchè.

Dunque uso il termine "cuore" in senso prevalentemente ironico, così.. per usare un luogo comune solo in apparenza logoro. Mi serve perchè sia facile individuare il carattere colloquiale
che vorrei per il piccolo blog. Questo blog, l'ho detto e ripetuto, riguarda il "piccolo"!
il lettore superficiale (com'è successo ieri) non può capire.

Faticoso spiegare il post precedente sul "materno" alla maestrina dalla penna rossa, eternamente impegnata in saccenti quanto soporifere esternazioni, figurarsi a qualche giovane maschio rampante !
a che titolo un uomo e per di più giovane potrebbe avventurarsi in un discorso sulla maternità? se ripete poi slogan mutuati da reminescenze libresche... o da un imparaticcio di psicologia che neppure ha studiato?
Sarebbe una fatica inutile, mi astengo.

Il problema che per comodità io titolo "big bang" della comunicazione sarebbe lungo da esplorare dunque partirò da un personalissimo assioma:

* personale dichiarazione di umiltà implicita nell'occuparmi di ciò che è o appare PICCOLO.
Non intendo frequentare scuole serali su massimi sistemi ma sinceramente dire la mia sui problemi della comunicazione fra le persone.

lunedì 23 giugno 2008

è questa la differenza

a forza di cercare nell' archivio.. mentale, ho trovato "l'anello che non tiene" il "vulnus" che impedisce alla maggioranza dei connazionali di vedere

la differenza

La sinistra o meglio l'attuale pseudosinistra - stralunata - è lì che s'interroga sul perchè gli elettori non la seguano più.
Da troppo tempo si è omologata ai clichè dell' IMPRESA e questo è ormai drammaticamente chiaro ma io voglio tornare sui miei passi per chiarire il ragionamento.

Esiste una considerazione, che fa la differenza, ed è quella che distingue l'individuo IMMORALE dall'individuo AMORALE. La differenza è tuttaltro che trascurabile.
L'immorale, pur conoscendo la propria "morale" (propria in senso culturale, non PERSONALE) la infrange sapendo di far male ma è colui che potrebbe riscattarsi, fare ammenda e successivamente dare persino l' esempio.

L' amorale invece, spesso per storia familiare o per disturbi personali che non è possibile esplorare genericamente qui, NON ha regole.
Non ne conosce il peso e.. con leggerezza conduce la propria vita (e spesso quella degli altri) a seconda delle PROPRIE immediate, personalissime necessità.
L'amorale ha spesso fascino, il fascino perverso di colui che vive in modo molto "disinvolto", che di fatto nega l'altro.
Accade che dia un'immagine di sè vitale e spensierata che molti gli invidiano. Sono tanti quelli che, per deficit di idee proprie o perchè "portatori" di personalità gregaria ne subiscono la fascinazione.

Un esempio di immoralità può essere l'ipocrisia democristiana che, pur avendo una morale, spesso l'ha spudoratamente ignorata.

Il mio antifascismo poi non mi vieta di cogliere un minimo di coerenza - anche se plumbea- nella mentalità fascista che fra i suoi valori dovrebbe annoverare (almeno negli intenti) rispetto della parola data, lealtà, senso del sociale. Tanto che, almeno in passato, da barricate opposte gli opposti estremismi avevano e hanno tuttora punti di contatto di tipo "ideale".

Il pensiero... nuovo di altre parti politiche invece non ha nulla di nuovo.
Semmai la vecchia spocchia dell'impunito amorale, nel senso appunto di a- morale.
Quella "a" dell'alfa privativa greca: SENZA.
Senza morale, senza regole.
Faccio ciò che voglio e domani, se cambierò idea, troverò un amico.. troverò un cavillo legale.. dirò una bugia.. prenderò tempo e troverò il modo di convincerti perchè, a differenza di te, non sono scemo.
La seduzione del guitto, del cialtrone, del "vitellone".. e di molte figure storiche della "veggente" commedia all'Italiana.

E adesso, da un po' di tempo la sinistra è talvolta IMMORALE.
Questo è l'anello che non tiene e sul quale bisogna ragionare seriamente.

Quei film tanto realistici e ben confezionati hanno forse (e in modo del tutto innocente) legittimato l'arte italiana di ARRANGIARSI, metterla in burla.. ridere dell'onestà e fare apologia della truffa.
Non è certo colpa dei film, ovviamente, se oggi quei vizi sono diventati morale dominante.
E' semplicemente l'ignoranza di gran parte degli italiani che chissà.. non ha il senso della misura?.. dell'umorismo?

domenica 22 giugno 2008

il "materno" per sempre

come premessa "leggera" al post voglio raccontare un piccolo episodio privato.

Era molto in voga un giochino giapponese, il bimbo era piccolo, non sapevo dire no.
Sicchè comprai il piccolo oggetto: cyber-cucciolo di pulcino che doveva costantemente essere "accudito" pena la morte per stenti...

Questa gratuita afflizione per me, mamma ansiosa, fu un duro colpo.
Il mio cucciolo si occupò del cyber-pulcino per qualche giorno e poi si stancò.
Decise però che il suo pulcino, al quale aveva dato un nome, dovesse continuare a vivere...
rimasi perplessa, subito non capii... poi, in quel modo colpevolizzante con cui solo i figli sanno proporre il martirio, chiese a me di mantenerlo in vita.

Protestai flebilmente "la mamma ha da fare... il cucciolo è tuo..." ma lui riuscì comunque ad ottenere da me la cosa che avevo detestato per lui, figurarsi per me.
Mi dissi quanto ero stata stupida a comprarlo e ancor più stupida a "tenere in vita" con stravagante sentimento materno il piccolo oggetto-nipote di plastica.

Oggi la mia riflessione è esattamente sul "materno", mi auto assolvo per la stupidità di allora ma con un po' di distacco, allontanandomi come una specie di navicella spaziale ripenso a tutto quel l'incessante "maternage" e dove mi ha portata.

A distanza di anni la normale spinta "animale" ad occuparsi della prole sta cambiando e c'è da fare i conti con un bel po' di cose.

Il conflitto è duro. Continuare a perpetuare il "materno" quando è il figlio stesso a respingerlo e approfittare dell'antica libertà di vivere "solo" per sè... oppure reiterare modalità che forse non hanno più senso senza rinunciare alla prepotente simbiosi che molte di noi desiderano "per sempre" senza averne consapevolezza?

Sappiamo a memoria il tormentone (prettamente maschile) del bisogna tagliare il cordone ombelicale e tutte le storiche banalità...
vogliamo "pensare in proprio" senza quel perenne suggeritore - maschio adulto - che prima ci inchioda a terra con la palla alla pancia e poi in nome di amor di patata (come più o meno direbbe Bellow) vuole solo usurpare una presunta "primogenitura"?

La maternità in ogni suo momento è un'esperienza estrema.
Si può andare lassù con l'aliante, laggiù nel burrone con l'elastico, scalare il Cervino, veleggiare per mari ma... far uscire dal proprio corpo uno "sconosciuto" è quasi fantascienza.
Ci sono donne che sfornano bambini con la consapevolezza di una giraffa ma le donne d'oggi, quelle più evolute, sentono diversamente.
Non si tratta di retorica della maternità del secolo scorso troppo rimasticata, incomincia ad essere altro.
Personalmente ripenso al mio materno in modo bislacco.

Io sono un tubo nel quale scorre e scappa la vita dello "sconosciuto".

Lo sconosciuto è diventato un grande Amore e viene da trattenerlo... qui, vicino.
Poichè non è più sconosciuto e la funzione di tunnel materno è conclusa, puoi coltivare un nuovo tipo di relazione dove tu non sei più tu e lui non è più lui...
E' la fine di una storia d'amore, si deve ripartire per una nuova avventura.

Vedo il "passaggio nell'invisibile tubo" con gli occhi della mente e adesso pare un battito di ciglia. Qualcosa si ribella dentro di me. Dovevano dirlo che sarei stata solo un tubo.
Potevano avvertirmi che avrei "vissuto a metà" per il grande amore.

E che sconquasso al suo passaggio dentro di me.
Emozioni, paure, tenerezza, struggimento.
Il parto fu solo il simbolo del passaggio vero, dell'Amore per lo Sconosciuto.

venerdì 20 giugno 2008

ora che ci penso... la rumenta

A un certo punto della "storia" quotidiana nei negozi apparvero oggetti nuovi che, improvvisi e "salvifici", avrebbero migliorato la nostra vita:

insetticidi, deodoranti, assorbenti, pannoloni, bottiglie e piatti di plastica, siringhe, lamette usa e getta, cotton fioc, fazzoletti e tovaglioli di carta... beh, l'elenco è lungo.

Come sempre le "novità" vennero immesse immediata-mente sul mercato senza neppure il sospetto di eventuali effetti "collaterali"
( vendipiùchepuoi/guadagna e poi si vedrà...).
Tutto questo "produrre-comprare-gettare" intraprese una corsa in progressione geometrica, per decenni, nell'indifferenza di noi tutti
(a parte qualche sprazzo di lucidità ambientalista che a taluni parve irritante, come le "cassandre" ecologiste che proprio non piacevano a nessuno).

I piccoli innocenti oggetti, "acceleratori di vita" venivano usati e poi, come per esorcizzare un "sospetto" buttati, per così dire, alle spalle.. per rendere più rapidi i gesti della nostra frettolosa vita: la vita che deve correre a... progettare, produrre, acquistare e gettare (DOVE?) gli ormai irrinunciabili piccoli oggetti moderni.

Che volevano dunque questi ecologisti figli di papà? salvare i mari tropicali lontani... dove solo loro potevano fare le vacanze? attenzione, tuonavano in tanti, quei prodotti danno tanto bel lavoro a tecnici e operai che hanno bocche da sfamare!

Tutto questo sgolarsi contro l'innocenza di un deodorante spray!
Il buco dell'ozono, così venne volgarizzata la questione che divenne oggetto di battute popolari era il simbolo di una questione sul sesso degli angeli... come quantificare la quantità del fumo di sigaretta sul pianeta... roba da ridere insomma.

In fondo accanirsi contro questo progresso della piccola o grande industria era anche remare contro il proletariato !!! si rischiava di andare contro il riscatto dei poveri che rincorrevano (anche loro, perchè no) la loro piccola fetta di benessere! potevano finalmente infilare un tampax o radersi più velocemente per arrivare puntuali al lavoro...

Intanto era sparito dal commercio il famoso DDT col quale avevamo fatto parecchi aerosol, la missione era stata aspra: allontanare le maledette mosche dalla torta in soggiorno. Che schifo lo sfregarsi di quelle zampine. Gli inutili insetti sarebbero venuti a defecare sulla torta. Microscopiche tracce fecali di insetto.

Queste erano le lotte che portava avanti con coraggio la società dei consumi.

Ascelle profumate, alito fresco e niente mosche sulla torta.
E poi il piacere sublime di buttare... buttare via le cose!
Dopo gli anni della guerra, quando le cose venivano rammendate, aggiustate e utilizzate fino alla definitiva consunzione questo stile di vita passato di moda...
trattenere le cose, riutilizzarle... evocava lo spettro di antiche privazioni, quelle dei genitori e dei nonni che neppure capivano la felicità di BUTTAR VIA le cose.
Liberarsene.
Una catarsi collettiva, l'affrancarsi dal risparmio, dalla lentezza del gesto... l'irreversibile tendenza
era di segno opposto e imprimeva un ritmo sempre più rapido.

A nessuno venne in mente che un atleta che corra per ore si stanca e che un atleta che corra per giorni collassa e prima o poi muore. Ogni voce in controtendenza era vissuta spesso ( quasi ai tempi della Santa Inquisizione) come iattura, malocchio e disobbedienza al disegno superintelligente della nuova divinità Tecnologica.

giovedì 19 giugno 2008

spesso il male di vivere ho incontrato

spesso il male di vivere ho incontrato
era il rivo strozzato che gorgoglia, era l'incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.

bene non seppi, fuori dal prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, la nuvola, e il falco alto levato

**E.Montale

lunedì 16 giugno 2008

ma come riuscire adesso a seguire un dibattito?

la barbarie si presenta con sembianze "gentili" ma le menzogne sono talmente tante e strettamente intrecciate che è impossibile vederci chiaro. Menzogne intrecciate sia verticalmente che in modo trasversale, tutto in un immane sporco polverone.
Qualche squarcio di realtà si vede, fa paura, ma pare non ci siano più occhi...

Le scatole cinesi delle verità, una dentro l'altra, rimandano continuamente a un "sistema" più grande, contenitore di un'altra verità che a sua volta rimanda a un'altra, un orrore dimenticato...

Il fatto di intravvederne una parte è ancora il male minore.
E' di gran lunga peggio tentare di tirare le somme, avere una visione d'insieme ma soprattutto scoprire l'origine dei mali.

Intrecciati fra loro in maniera diabolica i vari "male" generano ansia, non c'è dubbio, ansia vera non PERCEPITA.
Una cosa è certa: tutto riconduce alla natura dell'uomo che compie sempre gli stessi errori, il fatto che lo faccia in modo "moderno" non può essere motivo di consolazione!

Il maschio, a differenza della donna, fa la Storia.
La forza fisica sublimata nel Potere (in ogni sua forma) fa sì che la storia declinata SOLO al maschile si ripeta in altre forme permettendo al maschio di coltivare la malattia del "potere" che è evidentemente autodistruttivo poichè fondato sull'immediatezza e l'aggressività.

La logica del più forte, dal piano fisico a quello ideologico, in una dialettica malata di eterna sopraffazione dev'essere superata al più presto e male fanno le donne che scendono al livello maschile, convinte di avere in pugno una simbolica "vittoria di genere", di nessun interesse.

domenica 15 giugno 2008

i palinsesti

è bello nutrire i palinsesti, dare qualche briciola di pane,
poveri...
le tivuh non hanno i nostri potenti mezzi!

Bello fare un piccolo prelievo alle formiche*

forza... un piccolo sforzo !
naturalmente gratis..

prego...
grazie
prrego
grazzie
prrreego
grazzzziee...

non chiederci la parola

Spagnoletti,
nel commento al... commento dello stesso Montale.

...una lirica che si presenta come il segno di UNA CRISI STORICA E IDEALE che investe la poesia, la storia, il DESTINO ESISTENZIALE DEGLI UOMINI.

"Ritengo che anche domani - scrive Montale - le voci più importanti saranno quelle degli artisti che faranno sentire, attraverso la loro voce di isolati, un eco del fatale isolamento di ognuno di noi. In questo senso, solo gli isolati parlano, solo gli isolati comunicano; gli altri, gli uomini delle comunicazioni di massa - ripetono, fanno eco, volgarizzano le parole dei poeti, che oggi non sono parole di fede, ma potranno forse tornare ad esserlo un giorno".

In questa situazione l'unica forma di credo possibile è per paradosso, un non credo che rifiutando di lasciarsi coinvolgere dal comportamento dei falsi valori, si faccia certezza e disperata rinuncia all'illusione:

codesto solo oggi possiamo dirti,/ ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

sono i versi che formano anche l'epigrafe del Quartiere di Pratolini, simbolo di una condizione di smarrimento e di crisi che investe un'intera generazione di intellettuali, fra le due guerre.

*non chiederci la parola*

Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri e a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

**E.Montale

matrioske

è tutta una colossale matrioska di fatti e misfatti di intenzioni e ben calibrati boomerang del destino.
Ci provo tutti i giorni a metter ordine ai pensieri, vicepensieri, ansie, analisi, sintesi, terrori, precauzioni, misure…
e poi mi torna il mal di testa, il
mal di mare da eccesso di consapevolezza, caspita.
Non sono il presidente del mondo. Non sono onnipotente (meno male).. ma dovrò
pure mettere a posto almeno le mie priorità? prima la mia persona:
“tempio ” di eventuali gesta umanitarie e solidali… poi mettere
ordine alle informazioni, un po' contradditorie :-)
Ormai sviluppato “naso da trifole”… intuisco fra le righe di ogni cosa.
C’è sempre sempre qualche retropensiero, mai una verità limpida che
“.. risplenda come croco” sempre allerta massima, su tutto.

sabato 14 giugno 2008

altra giornata bruciata.

ho trovato dei commenti e mi dispiace che non vengano pubblicati subito, infatti
sono soggetti a moderazione preventiva.
Anche se a me piacerebbe fossero immediatamente visibili !

Se qualcuno scrivesse a "la pista del cuore" mi renderebbe felice.
Per ora i commenti non rimangano visibili anche dopo la moderazione.

Potrei copiare e incollare domande e turbe qui, nello spazio ben visibile del post..

Se qualche "infedele" passasse ancora di qui non dovrebbe fare il timido ma subito esporre il problema, il tema!...

comunque oggi ... è andato in fumo.
Sono esausta.

venerdì 13 giugno 2008

il sottile valore della leggerezza

anche nei momenti più torbidi e ferini bisognerebbe custodire il valore della leggerezza...
la leggerezza del mondo dolente di oggi va coltivata per quanto possibile come è accaduto in altri momenti storici.
Alcuni aspetti ricorrenti nella storia li dimentichiamo, separati da segnalibri ingialliti.

la leggerezza non è sinonimo di superficialità, è solo il legittimo tentativo di restare attaccati all'hic et nunc.
Naturalmente poi si va avanti, si deve.
Tutte le rivo luzioni hanno fallito perchè partivano da proclami, spiegazioni, indottrinamenti da chi la sapeva più lunga verso chi nuotava nel disagio e nel dolore dell'inconsapevolezza.

Personalmente scrivo molto più sui blog degli altri, qui è una zona particolare, riflessiva.
Luogo di divagazioni mentali che altrove non potrebbero coesistere.
Il diario tradizionale gli somiglia ma aveva ben altri registri, più intimi.
Qui ci si può "denudare" davanti a un pubblico virtuale e in qulche modo "esibirsi"
vuoi per narcisismo, vuoi per solitudine o per coltivare la scrittura e i suoi contenuti sempre più raramente originali.

Torno alla leggerezza e al suo elogio per definirne il pregio che può avere il rituale di una tazza di the o qualsiasi momento vagamente "conviviale".

L'attuale momento storico è un momento di barbarie che ci comprime e appiattisce sempre più, a tutti i livelli.
Per questo è bello sdrammatizzare parlando ANCHE di un tema inossidabile quanto antico:
l'amore.
(E che buona occasione rivisitare le misteriose vite del triangolo del post sui poeti: marito, moglie e amante, qui, poco sotto...)

giovedì 12 giugno 2008

la pista del cuore

Chi ci crederebbe a una vita da statale che si fulmina poco dopo cena?
Eppure per scrivere io ho bisogno di forza

non sto in piedi,
anche battere sulla tastiera mi pesa, ecco.
Eppure oggi, quasi ovunque, pensavo a ciò che avrei scritto ora
ma tutto è evaporato.

Ripensamdoci ho un vago ricordo... considerazioni su un ministro che parla di "materiale umano",
di "prodotti"...
"Noi, topi cannibali, non confezioniamo caffettiere a cottimo...
Forniamo servizi..."

e poi c'era il pensiero dell'assoluto disordine, dell'incoerenza fra un post e l'altro.

Anche in uno stesso post.
Anche in questo post.

E pensare che questo blog era nato per la "posta del cuore".
Aspetto le domande, oppure mi faccio una domanda e rispondo direttamente io?

mercoledì 11 giugno 2008

Plath-Hughes- Guttman: il poeta e le femmine...

per un primo discreto approccio col tabu del femminismo
(da tempo è un insulto) proverei a dare un'occhiata al sito italiano dedicato a Silvia Plath.

Non sarà difficile mettervi nei panni di Silvia Plath, moglie del poeta Ted Hughes, dopo aver letto la sua biografia e almeno una delle straordinarie poesie.

Poi cercate la pagina della Raimondi su Assia Wevil Guttman, l'altra...
e forse non faticherete neanche a mettervi in quei panni.

Io l'ho fatto e ho "visto" Ted Hughes !
Poetamarito e amante, che ha contribuito al suicidio di entrambe le donne:
la moglie e l'amante.
Senza abbandonare l'amante mentre la moglie è in vita (per alcuni anni) non riconoscerà mai l'altra come propria compagna dopo, nel momento in cui è "libero".

Se non avessi letto quelle pagine avrei pensato a una fiacca trovata letteraria e invece è esistita questa abbagliante verità, emblema delle relazioni uomo donna.

La lettura della storia "a tutto tondo" del tetro triangolo, del suicidio delle due donne per l'uomo che ancora si sposerà !.. anche dopo il suicidio di entrambe..
beh, è stata illuminante.

Perrsonalmente sono propensa a credere che dalla preistoria ad oggi il maschio (e la donna) siano cambiati davvero pochissimo e noi donne ci siamo avvantaggiate soltanto di un brevissimo scatto temporale...

Ed è proprio questo uno dei più grandi cambiamenti che ci aspettano.

I tempi del primo femminismo sembrano ora uno scherzo, adesso è il momento di cambiare davvero...
e di cambiare il senso e lo stile di certe brutte vecchie poesie...


Silvia Plath

***

E adesso, scusa, hai vuota la testa.
Ho la cosa che fa per te.
Su, su carina, esci fuori dal guscio.
Ecco ti piace questa?
Nuda per cominciare come una pagina bianca

ma in venticinqu'anni d'argento,
d'oro in cinquanta, potrà diventare.
Una bambola viva, sotto ogni aspetto.

E funziona, non ha una magagna.
Qua c'è un buco, che è una manna.
Qua un occhio, una vera visione.
Ragazzo mio, è l'ultima occasione.
La vorresti sposare, sposare,sposare?

Silvia Plath
**


Questo luogo vorrebbe essere riposo, leggerezza e riflessione...
pausa dopo la corsa delle emozioni e della partecipazione.
Che lo si voglia o no partecipiamo.

Ci tradiscono nervosismo, aggressività improvvisa e immotivata.
Dovremmo mantenere la calma.

Il pianeta rotola,rotola, rotola sempre più veloce e noi siamo in affanno.
Corriamo dietro a pensieri che scivolano via uno dopo l'altro
incalzati da altri, più prepotenti.

Microcosmo e macrocosmo si confondono da tempo.
A meno che tu non abbia l'intelligenza di un totano prima o poi te ne accorgerai.

Il traffico assordante è in grado di fiaccare un gorilla, devi urlare con un cellulare in mezzo alla strada... e sembri pazzo. Non vorresti farlo ma devi, devi, devi...

Nel corso della telefonata... quanti indizi del comune male di vivere!
Io ti ascolto distrattamente, sei seduto al mio fianco, e mentre il bus accelera credo di sapere molto di te, della tua vita.
Pochi indizi e si apre un sipario noto.

* forse un mattino andando...

Forse un mattino andando in un'aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, ilvuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.

Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto
alberi case colli per l'inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me ne andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.

(E.Montale)
***

segue: light my fire

dicevo, "Light my fire" , 2003 stanza d' albergo torrida pentola a pressione.
In tv si vedeva solo mtv e si vedeva male.
Sempre le stesse "top", più di altre appunto "light my fire".

Ero in amore.

Capivo pochissimo dunque, infatti non ricordavo, che si trattava del rifacimento della baritonale canzone di JIM MORRISON.
... sopra ho mentito. In verità ricordavo.. fingevo di ignorare che la canzonetta estiva
non fosse QUELLA, mi vergognavo di apprezzarla. Me ne vergognavo.
L'amore o il non amore, è lo stesso, a volte fa vergognare.
Credevo di essere innamorata dell'uomo grasso, poetico e calvo.

In realtà, perchè questa è la realtà, amavo il momento, incandescente nel quale il tizio mi aveva attraversato la strada..

non è lui

.. quell'estate torrida si era preannunciata con molte strane incongruenze.


Ricordo perfettamente quando lo vidi la prima volta, fu subito una risata interiore e sulle labbra un sorriso, scioccamente timido. Sapevo bene che il suo aspetto mi aveva delusa, tuttavia negavo strenuamente l'altra mia voce (due voci in un solo corpo), la voce spietata che mi faceva notare l'apice della sua calvizie simile al piccolo bernoccolo del limone, quei baffi senza significato, quella faccia tonda non solo per fisionomia ma per sicuro eccesso alimentare, decisamente buffa, tutt'altro che poetica.
Vista la lunga attesa e il momento melodrammatico negai tutto questo e preferii pensare all'entrata trionfale di un grosso gatto nella mia vita.
Avevo ancora scelto di immaginare e non vedere.

gli occhi neri, lucidi, dall'espressione un po' torbida, mi scrutavano stretti a fessura, come quelli di un grosso gatto in calore.
Il mio sguardo che immaginava senza voler vedere s'inerpicò ancora per la salita del mito, i primi passi, sapendo di mentire.

In effetti al binario, l'altra voce aveva sentenziato: NON E' LUI.
Non avevo voluto ascoltarla ma era chiaro che non era l'ultimo uomo, come da mesi avevo desiderato che fosse.

il presagio

Da quel binario, da quel giorno straripante di luce è successo qualcosa che mi avrebbe cambiata. L'uomo dal buffo aspetto sarebbe stato la miccia di certi fuochi che si sarebbero susseguiti per una lunga rovente stagione. Le cicale non cantavano in quel modo da anni.. l'assordante concerto non ero io sola a sentirlo, davvero il clima africano di quella estate infuocata ne aveva favorito il raduno in tutta Italia.
E tutto era caldo, bruciante, un salto climatico epocale.. o almeno tale mi apparve
Qualcosa bruciava dentro e fuori.

il presagio

domenica 8 giugno 2008

Mina ... amarcord!

alla tivù special su Mina.

Non so che mi prende: non la amo più.
L' amore per lei è finito (anche i grandi amori finiscono).
Pensieri e parole della divina mi hanno accompagnata a lungo.
Quante volte specchiata in lei.
Bello sognare, ragazzina rompe schemi
con... Mina!

Dovrei provare gratitudine per le emozioni che mi ha dato
ma lei ci abbandonò, aveva dei motivi.
IL fisco italiano, CATTIVO, la perseguitava.

Lei, tigre, di ricchezza straripante no, le tasse no, non può...

In Svizzera.
Paese ordinato come una bianca corsia.. gerani alle finestre.
Tigre ormai lontana.

Poi apparizioni come gocce nel deserto.
Anni e anni che si fa desiderare, gli idolatri della Tigre stanno qua.

Immagini di repertorio, in bianco e nero: gioia pura.
Ma qua la sua presenza ( a differenza di Celentano) continua a non esserci.
Lei ci snobba.
E' tanto amata, ancora molto bene pagata: sporchi soldi italiani...
Il cattivo fisco italiano lo vedo diversamente.
Decenni di suoi contributi avrebbero fatto più di una finanziaria.

Come un amante tradito provo un brutto, meschino sentimento.
La tigre dice che non può farsi vedere:
Mina per favore metti un Burq a e torna in Italia.
(e compra almeno un gelato)

* io non ti conosco
io non so chi sei
so che hai cancellato con un gesto i sogni miei
....
eppure adesso siamo
INSIEME... *

Gad Lerner è il nume?

cara Adele,
A parte gli autorevoli post sul "Bastard" di Gad, io non ti conosco... ma potrei fare una fantasia anche su di te!
in fondo noi umani, non numi o forse solo "numia" ci somigliamo più di quanto non immaginiamo. Sono piccole cose a dividerci, se ci pensi...
i nostri scritti, per chi frequenta da un po' il web, da un lato nascondono ma dall'altro disvelano "pensieri e parole" nascosti, non per questo meno interessanti.
Anche il modo di costruire o "non" creare l' identità virtuale è sempre un modo di parlare!

qualcosa brilla sotto il "vestito", altro che "sotto il vestito niente"...
coerenza fra aspetto e natura.

Ma questa dovrebbe essere soprattutto una "pista del cuore" !

sabato 7 giugno 2008

aspettando Gad Lerner dal congresso

sono qui che aspetto la "lieta" novella, Gad!

Intanto, mentre ti intrattieni con la pasionaria Bindy Rose..
mi piace fantasticare su di te. Apro una parentesi e farnetico su come ti ho immaginato.

Gad caro, ora mi piaci assai ma "allora" ci saremmo detestati:
tu, benestante, secchione, magari figlio di ipercolti alla Saul Bellow, chissà... vediamo.

Tu, durissimo e purissimo come un'acqua minerale che non c'è.
Io, mediocre figlia d'operaio, poco studiosa e assai sveglia.
Qualora ti avessi detto che stavo dai genitori mi avresti detto altro che.. "bambocciona", avresti fatto una pippa sulle mie contraddizioni femministe e sul famoso proletariato martire, un TOPOS.

Tu si che eri "cool", non solo fuori casa ma.. fuori nazione... fuori continente !
a nulla sarebbe valso proclamare le ragioni della mia "mediocrità":
non avevo soldi per la casa, nè lavoro. Quindi.. abiti banali, non quegli adorabili "straccetti alternativi".
Tu collaboravi a un giornale e forse la tua casa ( azzardo) l'affitava una prevedibile zia.
Un monolocale per carità, ma che bei quadri!
Niente... dipinti dal nonno, che vuoi farci. Noblesse oblige.

Allora ero carina ma non mi avresti considerata, troppo cheap, anche se le mie gambe allora... solo un'occhiata.
Avrei sperato di poterti incontrare ancora ma sei sparito...
Le tue posizioni erano lontane da quelle del mio branco: più freak, meno duro e più caciarone.
Chitarre e bongo sulla spiaggia, per capirci.
Ma tu quanta strada hai fatto Gad! la Bindy Rose non è più dura e pura di me!
ma,
buffe beffe del fato...

venerdì 6 giugno 2008

post femminismo post

Serenella! per quanto riguarda il mio femminismo è meno defatigante dell'altra operazione disintossicante. anche perchè su questo NON sento di dovermi disintossicare :-)

anzi. I tempi sono maturi per una rilettura del femminismo bacchettone al quale ho per quel poco partecipato.

Mi viene da ridere se penso a come mortificavamo la nostra femminilità con abiti da straccione disinvolte, non lo rinnego affatto e ne vado fiera. Perchè? perchè eravamo un po' sovreccitate ma AUTENTICHE nel bene e nel male ma soprattutto pensavamo in proprio. Poi ci si incontrava e ... pensavamo le stesse cose.

Adesso non invidio le giovani donne d'oggi che "credono" di scegliere i lavori in corso sul proprio corpo.

Noi con i seni caserecci, poco trucco e scarpe comode, meglio zoccoli. Oggi mi verrebbe una battutaccia: meglio zoccole. Lo so è maschilista ma ahimè.. vera.

Le vedo le giovani rampanti...rampicanti(? ) di oggi: che fatica la manutenzione del corpo e della mente e della cultura ma anche del sex appeal ecc ecc...

Gli amici più grandi leggevano l'arte della manutenzione della motocicletta.

Adesso qualcuno scriverà l'arte di mettere in ordine la palestra.

E poi lo "step" ?????

uno prende l'ascensore, entra in palestra e ... fa lo STEP...

sono già stanca, a dopo

:-)

in un pomeriggio di pioggia nebulosa e gatti rissosi

da tempo non scrivo, meglio così.
Oggi però ti ho nominato caro vecchio blog e ti vengo a trovare.
Confusione dentro e fuori. Chiarezza dentro e fuori.
Da che parte si comincia perdio..
dalla preistoria a oggi è passato un attimo.
Praticamente siamo stati capaci solo di riprodurci meglio.
Abbiamo aumentato la velocità di ogni esperienza rendendo passato ciò che un tempo
sarebbe durato come "attuale" per mesi.
Si fruisce di tutto sempre più rapidamente, anche delle esperienze.
e mentre il Titanic affonda c'è chi sdilinquisce in chat.
C'è chi compra un Suv dai vetri funerei.
Per andare dove?
Ah! si, là dove vanno gli amici....
a dopo
baci
camilla
p.s.: Obama presidente? fra un mese sarà già noia.