più infamia che lode, oggi.
(oggi .. non ho avuto tempo per fare
nient'altro che ciò che NON mi piace)
Poco fa
grevi arrembaggi
da un maschio
tronfio d'attributi:
pochi argomenti.
Triste saponosa scivolata
dell' "uomo Tecnico",
massonico compasso
che misura il mondo
e non misura un angolo di rispetto
neppure un grammo
di sensibilità.
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Giornata di merda. :-))
E allora vi somministro una "palpitante" poesia di Silvia Plath:
TAGLIO
Che brivido___
il pollice invece della cipolla.
La cima via di netto
eccetto che per un piccolo
sportello
di pelle, un
cappelluccio
smorto.
Poi quel velluto rosso.
Piccolo pellegrino,
l’indiano ti ha scalpato.
Il tuo bargiglio di tacchino
è un tappeto
srotolato dal cuore,
su cui muovo
tenendo stretta la mia bottiglia
di spumante rosa.
Una celebrazione, ecco cos’è.
Da una breccia di corsa
escono un milione di soldati
in giubba rossa.
Da che parte staranno?
Omuncolo mio,
mi sento male.
Ho preso una pillolina
per uccidere questa
sensazione di carta velina.
Sabotatore, kami kaze_____
La chiazza sul tuo cappuccio
di garza
babushka ku klux klan
scurisce e perde lustro e quando
il cuore della tua biglia
in poltiglia
incontra la sua minuscola
macina di silenzio
come sobbalzi_____
veterano trapanato,
ragazza sozza, dito mozzo.
(Silvia Plath per Susan O’Neill Roe)
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