mercoledì 11 giugno 2008

Silvia Plath

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E adesso, scusa, hai vuota la testa.
Ho la cosa che fa per te.
Su, su carina, esci fuori dal guscio.
Ecco ti piace questa?
Nuda per cominciare come una pagina bianca

ma in venticinqu'anni d'argento,
d'oro in cinquanta, potrà diventare.
Una bambola viva, sotto ogni aspetto.

E funziona, non ha una magagna.
Qua c'è un buco, che è una manna.
Qua un occhio, una vera visione.
Ragazzo mio, è l'ultima occasione.
La vorresti sposare, sposare,sposare?

Silvia Plath
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Questo luogo vorrebbe essere riposo, leggerezza e riflessione...
pausa dopo la corsa delle emozioni e della partecipazione.
Che lo si voglia o no partecipiamo.

Ci tradiscono nervosismo, aggressività improvvisa e immotivata.
Dovremmo mantenere la calma.

Il pianeta rotola,rotola, rotola sempre più veloce e noi siamo in affanno.
Corriamo dietro a pensieri che scivolano via uno dopo l'altro
incalzati da altri, più prepotenti.

Microcosmo e macrocosmo si confondono da tempo.
A meno che tu non abbia l'intelligenza di un totano prima o poi te ne accorgerai.

Il traffico assordante è in grado di fiaccare un gorilla, devi urlare con un cellulare in mezzo alla strada... e sembri pazzo. Non vorresti farlo ma devi, devi, devi...

Nel corso della telefonata... quanti indizi del comune male di vivere!
Io ti ascolto distrattamente, sei seduto al mio fianco, e mentre il bus accelera credo di sapere molto di te, della tua vita.
Pochi indizi e si apre un sipario noto.

* forse un mattino andando...

Forse un mattino andando in un'aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, ilvuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.

Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto
alberi case colli per l'inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me ne andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.

(E.Montale)
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