mercoledì 1 ottobre 2008

soap box

questo diario è sconclusionato nella migliore accezione del termine e cioè non ha una conclusione fissa.

Oggi - domani chissà- il blog è la mia soap box.
Come nella vecchia Inghilterra chiunque aveva la possibilità di salire su una grossa scatola di "sapone" e dire quello che gli passava per la testa nel bel mezzo diHide park io mi metto qui e parlo...

Questa sera in tv si dibatteva sulla crisi della carta stampata e sull'onda anomala che rappresenta la rete, dove utenti, più o meno protagonisti di una informazione selvaggia, per ora ingovernabile si scatena come le pare.
Ho visto negli occhi del giornalista lo smarrimento di chi tiene stretto qualcosa che somiglia al mio EX posto fisso.

In passato mi è stato detto che se non volevo diventare una passacarte rimbambita avrei dovuto sfidarmi, imparare almeno i rudimenti che permettono di utilizzare il computer.
L'ho fatto per aprire uno spiraglio alla vita da statale in via di rottamazione che si stava chiudendo a poco a poco davanti a me e ci ho preso gusto.

Il bello della rete è la quasi illimitata possibilità di raggiungere chiunque e comunicare, non necessariamente fare del giornalismo o letteratura.

La crisi dei giornali è storia troppo vecchia per dare la colpa al web, semmai il lettore e il suo palato hanno preso due vie divergenti: si sono fatti più esigenti da un lato e intorpiditi dall'altro.
Poi non è neppure male che uno scriva le sue sciocchezze qui, in queste case di vetro piene di correnti d'aria. In fondo la scrittura è terapeutica per colui che scrive e questo è già molto.

Invece la vera responsabilità dei giornali nel calo delle vendite è secondo me la mancanza di un minimo di reciprocità con i lettori, ovvero tu scrivi l'articolo e io soggetto passivo (oggetto) sorseggio le tue parole in modo acritico.
Se ho qualcosa da dire è praticamente impossibile interagire.
Un tempo c'era la rubrica de "la posta dei lettori".
Ma ora sembra che nessuno legga ciò che il lettore scrive o suggerisce e alla lunga questo stanca, gli articoli non sono più graffianti come un tempo, i giornali sono spesso asserviti a una linea e questo rende tutto terribilmente indigesto.

3 commenti:

carla ha detto...

Cami vedo che il lavoro logora anche te.
dal 19 sett. sei arrivata al 1-10 per scrivere qualcosa.
Speriamo di aver più tempo d'inverno con le giornate corte e buie e una delle poche consolazioni.ciao lella

Anonimo ha detto...

come hai fatto a indovinare cara Lella che il lavoro mi logora e non mi nobilita??? ;-)

carla ha detto...

Oggi ho visto in tv la tua simpatia, Brunetta, quando lo intervistano così serio e comput me lo immagino sempre con il grembiulino e il fiocco, farebbe propro ridere, secondo me è un comico mancato.