sabato 13 settembre 2008

Eugenio Guglielminetti

questa pagina su Eugenio sarà molto personale perchè ho conosciuto meglio lui della sua opera.
Come una specie di giovane satellite mi sono trovata nella costellazione dei suoi amici più intimi.

Non m'intendo particolarmente d' arte, credo solo di avere qualche spicciolo di buon gusto e cultura, tutto qui.
Ho dato un'occhiata ai volumi (quelli pesanti su vita e opere) e poi ho cercato l'anno di cui ho parlato qualche post fa, uno di quegli anni in cui si vede tutto dal basso, la prigione dell'infanzia.
La mostra ad Asti si era tenuta nel lontano 1966:
- scenografia, costumi e dipinti -


Di lui, oltre ai volumi e ai ben più ponderosi ricordi personali, ho due quadri, un astratto a olio e un disegno a carboncino.
Preferisco il secondo perchè credo di cogliervi lo sguardo sferzante, con cui squadrava il contraddittorio mondo femminile.

Si tratta infatti di due donne in abito lungo:
una vezzosa e bellina, l'altra austera e secca.
Chissà perchè ho sempre pensato fossero due volti della madre che (dai racconti) appariva distratta dalla sua stessa indiscutibile bellezza e femminilità.
Non so perchè ma il contrasto fra la popolana ossuta e la bella signora "coi bigodini in testa"
( solo io ci vedo i bigodini però) è per me pieno d'ironia.
Sarà perchè Eugenio, con estrema leggerezza, era capace di un umorismo caustico al quale non si poteva resistere.

Le volte che sono andata a San Desiderio sono rimasta stregata dalla bellezza del posto.
E quando entravo in casa, mi pareva di salire su un antico veliero, tutto in legno, pavimento, sculture, pannelli e tutto il resto.

Mi piace molto camminare sui parquet perchè cedono, scricchiolano appena, e in quel gran soggiorno, dai divani, poltrone e scale.. collocati in ordine singolarissimo, mi sentivo avvolta dal "nuovo", da ciò che non era convenzionale.

In un'altra stanza c'era un ritratto di Paolo.
La china - mi pare fosse china - sembra tracciare (come in una specie di raptus investigativo) l'anima di Paolo adolescente, come se Eugenio ne avesse rapito l'anima.
Ora che Eugenio non c'è più dove sarà quel disegno? Come rintracciarlo?

Anche l'Euclide è sparito, beh per quello.. pazienza.

Dicevo di Eugenio. Perchè su Wikipedia c'è Simona Ventura e non Eugenio Guglielminetti?
o Roberto Marchetti (grecista e letterato che ha autenticato gli scritti dell'Alfieri?)
la domanda è stupida: ci va solo chi è molto popolare, non necessariamente interessante.

In effetti Eugenio era assai schivo e, scorrendo le pagine a cura di Paolo Levi, sono travolta da una quantità di immagini e riferimenti famosi che mi sorprende.
I vari lavori teatrali e televisivi lo avevano portato infatti a trasferirsi a Roma nel 1967, nel cuore della città, fra P.za Navona e Campo dei Fiori, lo studio di fronte all'ingresso di Teatro Argentina.

Dopo la realizzazione de "l'amore medico" di Moliere diretto da Edmo Fenoglio incontra Ugo Gregoretti col quale collabora per molti lavori teatrali e televisivi fra i quali:
Ivan il terribile di Bulgakov 1980, Il bugiardo, Genova 1979... Il mondo della luna, Haydn, Torino 1982.. L'Italia che fa spettacolo RAI tv 1981 con Zavattini..
Vedo poi una lunga serie di lavori con Squarzina, Albertazzi, Ileana Ghione...

Tra le foto, in fretta cerco e trovo Arturo Brachetti, Paolo Conte, Piero Angela, Luca Ronconi, Giorgio Celli, Paolo Poli, Bruno Gambarotta, Enrico Simonetti, Mario Jacona, Laurana Laiolo, Anita Bosetti... Giorgio Conte e altri ancora.

SEGUE...

Nessun commento: