Il piccolo ritratto
A casa della zia , per la scala che conduceva alla mansarda, c'era un piccolo quadro,
ritratto di adolescente pallida in golfino colorato ,
io l'avrei intitolato così.
Nel salire le scale avrebbero detto che c'era molta somiglianza fra Jose, la ragazzina del ritratto, e me.
Lo dicevano ogni volta che si andava a trovarli e mi dava sempre fastidio.
Io non mi vedevo nella diàfana fanciulla innocente, io non ero innocente.
Forse le somigliavo in quella vaga espressione di vergogna, espressione che avevo a dodici anni e che avrei ben presto trasformato nell'aria antipatica che ho tuttora.
Il quadro dicevo, era quadro d'autore, non una crosta qualunque ma chissà dov'è finito e non ricordo , nè saprò mai chi fosse l'autore.
Rimane solo il ricordo di quel paragone fra me e la ragazzina.
Loro dicevano fosse una lontana parente valdese.
Che fosse Valdese l'avrei saputo molti anni dopo a Cannes, da Emanuele, in vena di confidenze e di amarcord.
Avrei dovuto intuirlo a suo tempo dall'imbarazzo dei familiari che poco riferivano di questa lontana e in fondo eretica parentela.
Il ricordo delle giornate a casa di zia Tonia, è velato di malinconia e di sensi di colpa.
Non appena loro scendevano in soggiorno, io mi avvicinavo circospetta e già colpevole alla libreria di Emanuele dove certi libri mi apparivano in qualche misura clandestini proprio perchè nessuno li nominava.
Immobili e abbandonati gli uni addosso agli altri, essi stavano là a stigmatizzare il peccato, la deboche.
E io sapevo dove cercare.
Ogni volta che individuavo un racconto saporito e non avrei potuto terminarne la lettura , lasciavo un invisibile segnalibro per riprendere durante la visita successiva.
Così associo Jose, il mio santo ed eretico alter ego, alle fughe in mansarda, a spiare la pagine peccaminose.
Ai tempi bastava poco per farmi sentire in stato di peccato ma ogni volta qualcosa riusciva ad accendermi le pallide guance, l'udito distorceva i suoni di un the con le paste e lo relegava in lontananza, permettendomi di immergermi nell'erotico silenzio.
Moravia, Pavese,Miller, Levi, Ginzburg, Nin, Maupassant, Gide e quello strano autore dal nome luciferino: Peyrefitte.
Oltre il Rosario sopra il letto esisteva dunque un'altra presenza in casa della zia, c'era forse un demone innominabile e innominato?
mi dissi che se il demonio si manifestava in questi modi io sarei stata eternamente peccatrice.
2 commenti:
per capire dove vuoi arrivare, quale pensiero insegui dovrò leggere il resto...
Ciao Camilla che brilla,
perchè non scrivi lo schema del tuo progetto, giusto per orientare i tuoi lettori ed incuriosirli sul seguito.
Il gruppo cresce neh.
Ciao
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