domenica 15 giugno 2008

non chiederci la parola

Spagnoletti,
nel commento al... commento dello stesso Montale.

...una lirica che si presenta come il segno di UNA CRISI STORICA E IDEALE che investe la poesia, la storia, il DESTINO ESISTENZIALE DEGLI UOMINI.

"Ritengo che anche domani - scrive Montale - le voci più importanti saranno quelle degli artisti che faranno sentire, attraverso la loro voce di isolati, un eco del fatale isolamento di ognuno di noi. In questo senso, solo gli isolati parlano, solo gli isolati comunicano; gli altri, gli uomini delle comunicazioni di massa - ripetono, fanno eco, volgarizzano le parole dei poeti, che oggi non sono parole di fede, ma potranno forse tornare ad esserlo un giorno".

In questa situazione l'unica forma di credo possibile è per paradosso, un non credo che rifiutando di lasciarsi coinvolgere dal comportamento dei falsi valori, si faccia certezza e disperata rinuncia all'illusione:

codesto solo oggi possiamo dirti,/ ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

sono i versi che formano anche l'epigrafe del Quartiere di Pratolini, simbolo di una condizione di smarrimento e di crisi che investe un'intera generazione di intellettuali, fra le due guerre.

*non chiederci la parola*

Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri e a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

**E.Montale

1 commento:

Anonimo ha detto...

Cara Camilla, una riga soltanto per verificare se posso lasciare qui un commento. Se sì, tornerò qualche volta a farti visita. E complimenti per il blog!