martedì 15 luglio 2008

lavorar soli

per fortuna al momento sono sola, lavoro in silenzio!

Questo favorisce voli mentali, squarci immaginifici e mille idee, al punto di trovarmi costretta a prendere appunti su pezzi di carta.. che regolarmente svaniranno appena giunta alla tastiera.
E chissà cosa avevo da dire di tanto importante, ora è svanito.

La mia mente è bersaglio di continue sollecitazioni, troppo intense, che brillano nell'attimo come i sassolini colorati e i cocci di bottiglia che il mare grattugia avanti e indietro sul bagnasciuga.
Forse sono solo cocci di bottiglia i massimi sistemi nei quali mi dibatto e oltre i quali mi disoriento, nemmeno fossi io "faber" universale.
Eppure quanto più mi allontano nella riflessione tanto più tutto è chiaro.

Questo è il periodo della riflessione sul materno.
I genitori sbagliano sempre, comunque facciano, tranne alcuni "sacrestani" che sembrano clonare i propri figli.

Nella maggior parte dei casi non solo i genitori falliscono il progetto (malato) di perpetuare se stessi tramite i figli ma addirittura, spaventati, si trovano davanti a perfetti sconosciuti.
Quel bambino non esiste più, c'è un ragazzo dai lunghi piedi e un po' di barba schizofrenica.
Non vuol più baci e, di colpo, ti fa sentire perversa.

In questo periodo raccolgo le confidenze di alcune madri "diverse", intendo quelle come me.
La sensazione è quella, beffarda, che i genitori più amati, rincorsi, bramati dai figli siano proprio quelli che li amano meno, forse persino anaffettivi. Quelli freddi, autoritari.. irraggiungibili, un po' come mia madre che non si capisce cosa provi.
Fastidio.
La sua funzione di riproduttrice l'ha svolta da un pezzo e come una leonessa lascia i cuccioli più grandi e se ne va (dove? è vecchia) mentre io ricordo ancora che ci siamo amate.. cioè, ricordo che io l'ho tanto amata.
Anche io sono cambiata. Tutti cambiamo. L'idea del distacco da lei non mi fa più orrore come un tempo quando al solo pensiero bisbigliavo no, no, no... perché anche io ho un figlio e tutto cambia, e - come lo stivaletto malese - torcendo fino all'urlo, ti costringe a cambiare, che tu lo voglia o no.

Il figlio della mia amica S. la fa soffrire troppo, gratuitamente, con un senso di rivalsa apparentemente irrazionale...
Ho la forte sensazione che lui non la conosca affatto.
Preferisce il padre lontano che fa i cazzi suoi e che ogni tanto sgancia denari.
Decisamente molto più di quelli che può raggranellare la cara S.
Lavora come una specie di schiava, in solitudine.
Ripeto lui non conosce affatto la madre. Ed è possibile che i nostri figli conoscano una brutta caricatura di ciò che siamo stati e in effetti non siamo più...
Nonostante tutto questo, a modo loro, ci vogliono bene ma questo è un discorso sempre più lungo.
per 'stasera basta, va..

4 commenti:

carla ha detto...

Ho appena letto il messaggio della canzone ed eccomi qui Camilla.
Grazie del pensiero!
Ma davvero è tutta tua la gestione del sito?
Sarai facilitata dal lavoro spero.
Io in questo non lo sono per nulla
anche perchè luglio è mese di preferie fiat come le chiamiamo noi poveracci che non possono scegliere altri periodi di ferie causa chiusura stabilimenti.
Ho preferito risponderti nel sito, il blog è più difficile da seguire ultimamente.

camilla ha detto...

cara Serenella,
sono arrivata ora dal lavoro e dalla spesa... Mi ha fatto piacere leggere il tuo "passaggio".
Non ho ben chiaro quale sia il tuo lavoro ma Jannacci è Jannacci perciò non ho sbagliato.
:-)
puoi anche scrivermi in privato se vuoi, Daniele lo fa di tanto in tanto per darmi consigli sul blog perchè sono pasticciona!
un abbraccio
C.

carla ha detto...

Cara Camilla io vendo prodotti siderurgici. Da qui il nome metalmeccanica.
Ho molti amici insegnanti (derivano dalle vecchie scuole magistrali che ho fatto).
Frequento anche rappresentanti e liberi professionisti ma nel blog solo io mi ero un po' etichettata.
L'ho fatto perchè ritenendomi di sinistra da sempre,cerco di non avere i paraocchi, soprattutto quando da anni mangio grazie al capitalismo e devo dare ogni giorno di più per questa società capitalista.
Ho trovato nel blog persone veramente intelligenti ed informate che mancano di pragmatismo.
Sono come dire di parte e non hanno idea che solo la collaborazione porta frutti positivi e non la guerra.
Io l'ho sperimentato sulla mia pelle che in pace si deve continuamente collaborare.
Naturalmente oggi il sindacato non collabora ma si vende,anzi si è già venduto, ma questo è un altro discorso.
Apprezzo anche la tua battaglia per la difesa della tua categoria.
Generalizziamo troppo spesso: statali tutti fancazzisti, veneti tutti evasori e razzisti.
Sappiamo bene che non è così!

carla ha detto...

Allora adesso che ho rotto il ghiaccio devo dire che avendo anch'io un figlio già grande, non diciamo adulto, sembra non lo siano più i figli di oggi, condivido quello che scrivi sulla genitorialità, e in particolare dell'amica S.
Certo alla fine del percorso ci si ritrova un estraneo in casa che assemblando i ns. insegnamenti,quelli della scuola degli amici, dei nemici dei nonni e parenti vari risulta diverso da come lo si immaginava da piccolo.
Mio figlio che da bambino sia per il carattere che la salute non ha creato problemi, anzi mi ha permesso di mantenere un posto di lavoro a tempo pieno lontano da casa, sembra con le critiche ed i rimproveri rifarsi oggi di quello che a suo tempo ha accettato probabilmente passivamente.
Anch'io concordo sul fatto che più i genitori sono menefreghisti più agganciano i figli. A seguirli troppo si sbaglia senz'altro.
E'comunque necessario accettare come sono, soprattutto se studiano,lavorano e non hanno brutte compagnie.
La testardaggine di mio figlio, tanto criticata da noi all'inizio, gli ha permesso di raggiungere le mete che si era posto e quindi non mi resta che portare pazienza,come probabilmente fanno molti altri genitori. A dopo
Serenella