mercoledì 16 luglio 2008

sogni rarefatti

tempo fa ho invitato a pranzo una ex docente che non vedevo da tempo.

Avevo appena letto "la forza del carattere" di Hillman, ed ero, per così dire, innamorata del "nuovo".
Quel nuovo che mi "contamina" e mi fa sentire piacevolmente feconda.
Stato di grazia che non tutti i libri riescono a regalare e naturalmente solo in quel momento (molto peculiare) perchè.. prima o dopo, passerebbero inosservati.
I libri ci "chiamano", non siamo noi a sceglierli.

Dovessi dire cosa mi è rimasto del sostanzioso volumetto non saprei dirlo e purtroppo non lo trovo più neppure in libreria.
E' un libro che rompe gli schemi, capace di entusiasmare anche il più catatonico dei vecchi.
Io non sono vecchia ma ho provato, leggendolo, un senso di liberazione, di giustiza compiuta:
il tabu della vecchiaia scardinato e lo stereotipo del "vecchio" mandato gioiosamente a gambe all'aria.
La prima parte è molto divulgativa e mi pare che freni la lettura del lettore roditore, spesso frettoloso.
Ho dovuto pazientare non poco (forse trenta pagine?) per entrare nel Nuovo.


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